Per vincere la nostra ansia in questo momento, dobbiamo capire cosa ci insegna questa crisi
Intervista con BEPPE ROBIATI co-founder di ebbf
Mi fa molto piacere che possiamo condividere qualche riflessione; in questi momenti un poco complicati, complessi, io mi rifaccio sempre a questo personaggio di cui parlo spesso, Bahaullah che già nell’ottocento ci dava una serie di indicazioni che oggi condivido.
Il Virus é globale, non é limitato da confini geografici
Noi negli ultimi tempi abbiamo passato diversi momenti difficili, la crisi del 2008, il tema delle migrazioni di massa, i temi dei terremoti, oggi ne capita un altro che é un tema legato alla salute.
Tutto questo ci fa capire una cosa molto importante che noi dobbiamo andare ad avere un’azione che é quella dell’unità mondiale.
Poiché i problemi che sono capitati non possono essere risolti da una nazione.
Il virus non ha confini e il virus non bada ai poteri politici ne rispetta confini geografici. Il virus é mondiale, quindi la soluzione al tema deve essere mondiale.
Questo vuol dire che le nazioni non possono decidere più da sole con le proprie politiche diverse; ora ogni nazione sta affrontando il problema in una maniera molto personalizzata. Invece abbiamo bisogno di indicazioni che siano globali e questa è la soluzione unica a un pianeta che è diventato una casa comune ed è diventato un solo paese.
Implicazioni del concetto di unità
Il secondo punto è che gli scienziati di tutti i paesi del mondo devono mettersi a lavorare con questo concetto dell’unitá perché la collaborazione delle diversi menti e dei diversi cervelli è fondamentale; non tutti lo stanno facendo. Molte nazioni lavorano per conto proprio e cercano di mantenere la salvaguardia della propria popolazione.
Cioè l’uomo deve accettare il concetto dell’unità nella diversità, lezione molto forte in questo momento per gli abitanti del mondo.
La diversità non é da combattere ma é un punto di forza straordinario per migliorare l’unità dei popoli e delle nazioni.
Noi avevano passato qualche tempo dove abbiamo chiuso le frontiere, abbiamo fatto propaganda per chiudere tutto ció che era possibile. Ora noi cominciamo a capire che ci stanno chiudendo fuori dei confini di altre nazioni come se fossimo degli appestati.
Questo ci deve far pensare come in realtà non è attraverso la chiusura o l’apertura delle frontiere che risolviamo i problemi; ma quando accettiamo la organizzazione di un mondo che non può più essere regolamentato da 200 leggi nazionali diverse, capiamo che la soluzione è andare verso una direzione unica e comunitaria a livello globale.
Una opportunità per riflettere sulla vita e sulle priorità della nostra società
Quando ci sono queste crisi siamo portati a pensare allo scopo della vita; sicuramente fare l’imprenditore, avere una azienda con dipendenti, fare felici questi dipendenti, non è sufficiente e forse fá riflettere su alcune condizioni necessarie.
L’uomo é un essere con dei valori, qualcuno dice essenzialmente spirituali, e questi eventi ci fanno riflettere sulle cose profonde della vita, quali quelle dell’unità familiare, la dedicazione all’educazione dei bambini, il tema dell’amicizia, la condizione della propria anima e non riflettere solo su dove andare a fare le ferie o su che cosa andare a comprare al supermercato, ma anche su quelli che sono gli scopi profondi di ognuno di noi.
La mia personale considerazione é che queste crisi vanno prese in maniera benevola: è come quando le difficoltà anche a livello personale si dice “ti fanno crescere”.
La società deve crescere in questa direzione profonda, dell’unità del genere umano, dell’accettazione della diversità non soltanto del colore della pelle.
Bisogna affrontare i problemi con un senso leggermente più profondo in relazione a quelli che sono accanto a noi.
Ispirare quelli che hanno magari piú paura, incoraggiare le persone scoraggiate. Mettere da parte gli egoismi , pensare non soltanto a sé, ma pensare allo sviluppo collettivo e di quelli che ci sono accanto.
In questi momenti dobbiamo pensare che noi siamo una umanità unica e in questa unicità dobbiamo concentrare le nostre forze.
Io stesso faccio l’imprenditore e abbiamo deciso in azienda di operare lo smart working. Abbiamo iniziato con qualche difficoltà ma ora tutti lavoriamo da casa. Il problema si risolve con l’incoraggiamento, con l’accettazione incondizionata delle difficoltà presenti e con una migliore riflessione per creare un’umanità matura.
Noi siamo in un periodo di transizione della nostra società che è stata organizzata da 150 anni a livello nazionale, e andiamo verso una società transnazionale ed internazionale.
Gli individui devono entrare in una nuova fase della conoscenza dello sviluppo dove “la terra è un solo paese l’umanità i suoi cittadini”. Quindi tutto, dall’economia, all’organizzazione aziendale, alle relazioni tra le razze, le relazioni fra le religioni, i rapporti tra i paesi, al tema dell’organizzazione della sanità in tutto il mondo devono andare in questa direzione.
Cioè la terra è diventata una casa comune e in casa ci si dà una mano e si risolvono i problemi in maniera comune. Non bisogna essere egoisti e cercare di risolverli nella propria camera, perché il giorno dopo abbiamo problemi nelle altre stanze.
Quindi questo è un sistema che ci porterà una fibrillazione che durerà parecchio ma che ci farà comprendere che la soluzione è guardare oltre, con molta speranza, con molta capacità, accettando le difficoltà ed i sacrifici che stiamo facendo per indirizzare tutti noi, i nostri amici e conoscenti verso la meta finale, di cui parla Bahaullah: “la terra è un solo paese, la umanità i suoi cittadini”.
Potete vedere qui la video intervista originale che ha ispirato questo articolo